30 settembre 2019

La festa è... Diabolika!

Via Oberdan o... Clerville? Sabato 5 ottobre il cinema del carbone apre ufficialmente la sua stagione cinematografica con Diabolika, un happening interamente dedicato all'eroe mascherato nato dalla fantasia delle sorelle Giussani. In sintonia con l'annunciata uscita nel 2020 di un nuovo lungometraggio ispirato alle gesta del "re del terrore" diretto dai Manetti Bros, per la tradizionale festa di tesseramento il cinema del carbone riproporrà il DIABOLIK di Mario Bava, uscito nelle sale poco più di cinquant'anni fa e divenuto nel tempo un classico della psichedelia cinematografica e della pop art degli anni ’60. Ma - come di consuetudine - il programma della festa si preannuncia molto più ricco: oltre alle due proiezioni del film - in programma alle 18.30 e alle 22.00 -, DIABOLIKA prevede un buffet da brivido e il temutissimo gioco del terrore, con misteriosi premi in palio. A chiudere la serata - ovviamente - l'imprevedibile, a beneficio o a discapito di chi rimarrà fino a tarda sera. Le quote di tesseramento per la stagione 2019-20 restano invariate: 10 euro per i soci ordinari, 20 (e più) euro per i soci sostenitori, gratuita per gli under 25.

30 settembre 2019

Al cinema tra mindfulness e metodo Montessori

Al cinema del carbone si torna a parlare di scuola e di (buone) pratiche educative. A poco più di tre anni di distanza da Le scuole buone - il ciclo di film per insegnanti, e genitori in ricerca proposto tra febbraio e marzo 2016 - e in coincidenza con l'apertura del nuovo anno scolastico, sullo schermo di via Oberdan ecco due nuove occasioni per parlare di alcune esperienze educative volte a coltivare l'autonomia e la creatività e a combattere il disagio che arriva nelle aule scolastiche. Si inizia martedì 8 e mercoledì 9 ottobre con BE HAPPY. LA MINDFULNESS A SCUOLA, che ci porta nelle aule delle scuole e dei centri educativi statunitensi che hanno adottato questa particolare tecnica di meditazione. La serata di martedì - realizzata in collaborazione con Spazio Sati - sarà introdotta da Cinzia Crespi, insegnante senior Mindfulness e insegnante Yoga certificata YANI. Lunedì 14 e martedì 15 ottobre sarà la volta di IL BAMBINO È IL MAESTRO. IL METODO MONTESSORI, il film documentario di Alexandre Mourot che racconta la vita quotidiana all'interno della più antica scuola d'infanzia montessoriana francese tra gioco, relazioni e apprendimento. Le due proiezioni del film sono organizzate in collaborazione con Associazione Progetto Montessori e Mango Tree Montessori Lab. Costo delle proiezioni: intero 7 euro, ridotto 5 euro. E' possibile effettuare il pagamento con la Carta del Docente. Con il patrocinio dell'Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Mantova.

30 settembre 2019

Un'overdose di cinema coreano

Non solo Parasite. La Palma d'Oro assegnata quest'anno a Cannes al film di Bong Joo-ho rappresenta un riconoscimento a una cinematografia che da ormai quasi vent'anni si è conquistata un posto di prima grandezza in ambito internazionale. Dopo la proiezione in queste settimane di BURNING di Chang-dong Lee, da metà ottobre il cinema del carbone è lieto di ospitare K-Cinema. Il fascino (in)discreto della Corea del Sud, la rassegna che Tucker film dedica al cinema coreano grazie al lungo lavoro di esplorazione compiuto dal Far East Film Festival. Si inizia lunedì 21 ottobre con LITTLE FOREST di Soon-rye Yim, ritorno ai tempi e all'essenzialità della vita rurale parte di un giovane in fuga dalla metropoli. Lunedì 28 ottobre è la volta di A TAXI DRIVER, in cui il regista Hoon Jang utilizza gli stilemi del blockbuster per riportarci al momento della grande rivolta popolare contro la dittatura di Chun Doo-hwan. THE GANGSTER, THE COP, THE DEVIL di Won-tae Lee chiude la rassegna lunedì 4 novembre: l'eterna lotta tra sbirri e banditi sull'incerta linea di confine che divide il bene tra il male, in un film che sa coinugare l'action-thriller con il divertimento. Tessera tre film: 12 euro.

25 settembre 2019

Dalle pagine di Murakami nasce un film di rabbia e mistero

Parlare, attraverso il cinema, non solo di ciò che è visibile, ma anche di quello che all’occhio si nasconde. La sfida è commisurata al talento dell’autore e alla sua fonte di ispirazione, Haruki Murakami, e al racconto Granai incendiati (1984). Trasferendo la vicenda dal Giappone alla Corea, ma condividendo col romanziere la fiducia nel potere del trascendente nell’arte, Chang-dong Lee confeziona un perfetto enigma in cui le sparizioni si sommano: un mandarino, un gatto, un pozzo… fino alla protagonista. Vertice di un triangolo amoroso con lotta di classe, la giovane Haemi è forse la figura più enigmatica in un universo dove pochi sono i punti fermi: siamo in un thriller, in un melodramma sentimentale, in un racconto metaforico sulla gioventù contemporanea? E, soprattutto, davvero importa?

Il protagonista Jongsu viene da una famiglia contadina, il padre ha problemi con la legge, lui sogna una vita da scrittore, legge Faulkner perché racconta storie “di uomini come me”. Il re-incontro con Haemi, sua ex-compagna di scuola che lui si divertiva a prendere in giro, apre una breccia verso il passato e una verso il futuro. Ma solo per un momento. L’arrivo sulla scena di Ben, “Gatsby” coreano, giovane dalla ricchezza sfacciata e misteriosa, deflagra in un tragico faccia a faccia. Un  film incandescente con un finale, allegorico e politico, da togliere il fiato.

Io Donna

20 settembre 2019

Ecco The rider: il gioiellino indie che rielabora il western

C’è qualcosa che scalpita nel passato del giovane Brady Jandreau. Un cavallo selvaggio, imbizzarrito, che ricompare nei suoi sogni e poi fugge via lasciandolo solo con le sue cicatrici e i suoi ricordi. Brady è una ex star dei Rodei che dopo una grave caduta da cavallo subisce un forte trauma cranico, quindi costretto a stare lontano dall’azione, lontano dai pericoli, lontano da se stesso. Deve ricominciare a vivere, prima di tornare a sognare.

È una bella sopresa The Rider. Un film che partendo dalla storia autobiografica di questo ragazzo (che intepreta se stesso nel film) riesce a disegnare una sincera parabala universale di accettazione dei propri limiti e di dolorosa redenzione. Ma è anche un western The Rider? Certamente ne assume tutte le coordinate immaginarie: innanzitutto quelle iconografiche (l’abbiglimento, gli accessori da cowboy, i cavalli), poi temporali (una dilatazione “epica” delle cavalcate che fa respirare il film oltre la sua stessa trauma) e infine spaziali (questo South Dakota dei giorni nostri sempre molto simile a del vecchio West). Insomma la talentuosa regista cinese Chloé Zhao – che ormai da anni lavora in America –  riesce nell’impresa di far viaggiare su due binari separati (ma destinati fatalmente a incontrarsi) il percorso autobiografico di Brady e quello del genere Western: quando il ragazzo guarda i filmati della sua caduta su YouTube il suo smartphone ci regala le immagini mitiche dei tempi d’oro, una Low Definition che invade lo schermo dialogando con i primi piani e con la macchina a mano così tipica del cinema indie americano.

Ecco allora che per tornare a sperare Brady deve sfidare il dolore e la sua vistosa cicatrice (soprattutto interiorie) riavvicinandosi ai cavalli, riiniziando ad addestrarli in quel lunghissimo (e bellissimo) corteggiamento che porta un animale a fidarsi dell’uomo. La successiva cavalcata nella prateria assume pertanto i connotati di un vibrante ritorno al genere: i primi e primissimi piani (del dolore) di Brady diventano ora campi lunghi e lunghissimi accompagnati da musica strumentale, con il “cinema classico” che irrompe creando quest’ibrido fascinoso e decisamente riuscito. Perchè The Rider rimane un film fatto di piccole cose, quelle necessarie: il dolore represso di Brady si scioglie solo con la sorellina (che ha qualche problema relazionale) e con un suo vecchio collega di rodei ormai paralizzato. Insomma Brady si riavvicina pian piano agli affetti e il film lo pedina con rispetto, spesso in silenzio, arrivando letteralmente a curare le sue ferite con l’apertura al western che segna anche un contatto emotivo con l’immaginario di tutti noi spettatori. Un abbraccio che avvertiamo.

Pietro Masciullo, Sentieriselvaggi.it

26 agosto 2019

ARRIVA LA COMMEDIA SENTIMENTALE PERFETTA

Immaginate di aver passato dieci anni assieme, di avere una casa, un cane e soprattutto due figli, ancora piccoli, in comune. Immaginate di capire di non amarvi più e decidere di separarvi. Di non sapere come fare perché i bambini non ne soffrano. Chissà quanti di voi ci sono passati. Immaginate però che, invece di prendere due appartamenti separati, vi lanciate in una strana avventura: costruirne uno con due ingressi, due cucine, due bagni, due camere da letto e un'unica stanza, per i piccoli, in mezzo a fare da tramite. Curioso, no? Ma soprattutto immaginate poi di farne un film. Decisamente non da tutti.

Arriva al Carbone il 28 agosto, dopo aver girato i festival e vinto diversi premi, L'amour flou, la divertente commedia firmata dagli attori francesi Romane Bohringer e Philippe Rebbot che hanno raccontato la loro storia di separazione, rimettendo in scena una serie di cose che sono loro capitate nella vita reale, estremizzandole, portandole verso la comicità. "Contrariamente a quello che si può pensare, Philippe e io siamo piuttosto pudici - racconta Romane - eppure l'amore, la famiglia, i bambini sono temi che riguardano tutti. Abbiamo pensato che la nostra storia intima potesse essere condivisa, ci siamo visti come eroi di una commedia sentimentale. Nel film tutto è vero ma tutto è trasformato, digerito, sublimato". "Avevo paura dell'esibizione - confessa Philippe - Romane però mi ha convinto che tenendo unicamente la vena comica della situazione avremmo tenuto una distanza ragionevole tra il film e la nostra vita".

16 luglio 2019

Cinema a Curtatone

A partire da questa settimana, per quattro martedì parcheggeremo il nostro schermo gonfiabile nell'area feste del Boschetto, per allietare le serate estive con l'ormai tradizionale Cinema a Curtatone.

Quattro proiezioni cinematografiche  all'aperto nell'area feste del Boschetto, in collaborazione con il Comune di Curtatone, Curtatone Solidale  e le associazioni del territorio. Quattro grandi successi della stagione appena conclusa, per allietare le serate estive, all'interno del programma di eventi CURTATONE E...STATE INSIEME 2019. Si parte con la divertentissima Paola Cortellesi protagonista de LA BEFANA VIEN DI NOTTE, martedì 16 luglio alle 21:15.

Ingresso al singolo film: 4 euro | Abbonamento ai quattro film: 12 euro

08 luglio 2019

CINEMA CON L'ANFFAS A OSTIGLIA

Nei lunedì di luglio il cinema del Carbone trasferisce il suo schermo gonfiabile ad Ostiglia per partecipare a UN’ESTATE INSIEME ALL’ANFFAS. Il progetto, realizzato insieme a diverse associazioni del territorio e al Comune di Ostiglia, desidera promuovere i temi dell’inclusione sociale, della cooperazione, della solidarietà e dell’amicizia organizzando una rassegna cinematografica all’intero del Parco della Comunità Socio Sanitaria “Il Parco” di Ostiglia presso la quale è da tempo attivo l’orto sociale gestito dal Comune di Ostiglia, Anffas e da diverse associazioni. Durante le serate i ragazzi e le ragazze di Anffas saranno coinvolti nella gestione degli aspetti organizzativi.

Il progetto è realizzato con il patrocinio di Comune di Ostiglia, Auser Ostiglia, Fondazione Comunità Mantovana Onlus e ASD L'arcobaleno Onlus.

I FILM IN RASSEGNA:

Ostiglia

Wonder

di Stephen Chbosky — Usa, 2017, 113'
con Julia Roberts, Jacob Tremblay, Owen Wilson, Mandy Patinkin

lunedì 08 21:30 Fuori Oberdan
Ostiglia

Ralph Spacca Internet

di Rich Moore, Phil Johnston — USA, 2018, 112'

lunedì 15 21:30 Fuori Oberdan
Ostiglia

Domani è un altro giorno

di Simone Spada — Italia, 2019, 100'
con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Anna Ferzetti, Andrea Arcangeli, Jessica Cressy

lunedì 22 21:30 Fuori Oberdan
Ostiglia

Gli Incredibili 2

di Brad Bird — USA, 2018, 118'

lunedì 29 21:30 Fuori Oberdan

Ingresso: 5 euro adulti | gratuito bambini fino agli 11 anni.

03 luglio 2019

L'ultima ora di Sébastien Marnier

Dopo l’opera prima Irréprochable, il giovane regista francese classe 1979 Sébastien Marnier torna al thriller con l’interessante film L’Ultima Ora (L’Heure De La Sortie), presentato nella sezione Sconfini della 75. Mostra del Cinema di Venezia.

Un insegnante di scuola superiore si butta dalla finestra davanti ai propri studenti ma alcuni di loro, in particolare sei, rimangono impassibili e freddi. Pierre (Laurent Lafitte), il nuovo supplente venuto a sostituire l’insegnante deceduto, fa subito caso al fatto che questi studenti hanno nei suoi confronti un atteggiamento molto ostile. Ben presto i sei ragazzi renderanno impossibile la vita di Pierre.

Sébastien Marnier, al suo secondo lungometraggio, dimostra tutto il suo talento con un film che, traendo spunto dal cinema di Michael Haneke, mette in scena un’opera capace di toccare moltissime tematiche.

Il merito maggiore di L’Ultima Ora (L’Heure De La Sortie) è quello di immergere lo spettatore, nel corso dei 103 minuti di durata, in una storia dallo sviluppo narrativo intelligente: il regista ci trascina all’interno di un thriller psicologico che si evolve in maniera del tutto originale. Nella prima parte la pellicola costruisce un’atmosfera sempre più grottesca che porta il pubblico a parteggiare per il malcapitato Pierre, che si scontra con alcuni studenti straordinariamente intelligenti dal comportamento inquietante (quasi come se fossero degli automi senz’anima). Utilizzando le regole tipiche del thriller/horror, Marnier crea un clima sempre più pesante (da questo punto di vista, l’espediente narrativo del ritrovamento dei DVD con immagini crude montate dai ragazzi serve ad alimentare ulteriormente la suspense) ma quando sembra che il lungometraggio stia prendendo una piega ben precisa ecco che il regista rimette in gioco le nostre certezze con un atto finale inaspettato che però risulta coerente con il messaggio che l’opera vuole lanciare (nonostante l’eccessivo colpo di scena).

I temi trattati dal film sono tanti, dall’alienazione generata dai mezzi di comunicazione (che in alcuni casi può provocare istinti suicidi) fino a toccare l’argomento spinoso della sempre più precaria sensibilità ecologica da parte del popolo francese (e, più in generale, del mondo occidentale). Il cineasta gestisce ottimamente i tempi narrativi con una regia solida e senza fronzoli, aiutato anche dall’ottimo Laurent Lafitte nel ruolo del tormentato Pierre e da un cast di giovani attori bravissimi nel dar vita ad uno spaventoso gruppo di studenti che potrebbe essere l’incubo di ogni insegnante.

Al netto di qualche sbavatura perdonabile, L’Ultima Ora (L’Heure De La Sortie) è un prodotto godibile capace di intrattenere ma anche di far riflettere sull’indifferenza dei nostri tempi.

Giuseppe Sallustio, Anonima cinefili

Da giovedì 4 luglio L'ultima ora è al cinema del carbone.

23 giugno 2019

Sir – Cenerentola a Mumbai

In sala in questi giorni ce n’è una bellissima, anticlassista, delicata e toccante, protagonista di Sir – Cenerentola a Mumbai. Ratna è una “serva”. Nell’attico che sovrasta Mumbai del giovane “padrone” Ashwin – il “sir” del titolo secco, in originale – prepara acqua e lime, accende l’aria condizionata, acquista montone turandosi il naso perché vegetariana, scalza e silente si rintana nel bugigattolo dove dorme dietro la cucina ...

Una favola onesta e ben contestualizzata che racconta senza ipocrisie la condizione delle donne nella società indiana e soprattutto la piaga delle nette divisioni tra caste.