
27 dicembre 2019
Elio Germano al carbone in VR: aperte le prevendite
La tentazione totalitaria in VR al cinema del carbone. È aperta la prevendita per Segnale d’allarme, la trasposizione in realtà virtuale di La mia Battaglia, spettacolo interpretato da Elio Germano e tratto dal Mein Kampf di Adolf Hitler, in programma all'Oberdan per martedì 28 gennaio in doppia replica (ore 18.00 e 21.15). La trasposizione in VR permette allo spettatore, attraverso i visori, di rivivere la pièce teatrale dalla prima fila immergendosi completamente fino a confondere immaginario e reale. Grazie a questa apparecchiatura si potrà vedere Elio Germano come se fosse presente in sala, impegnato in un monologo serrato che diventa presto un crescendo di slogan politici sul senso di comunità, sulla meritocrazia, sulla sicurezza e, più avanti, sulla xenofobia e la purezza della razza. Un soliloquio che parte dalla democrazia, dal valore dell’autorità e della responsabilità e termina in un proclama idealista, futurista e dichiaratamente nazista.
I biglietti sono acquistabili in prevendita esclusivamente alla cassa del cinema in orario di spettacolo. Prezzi: intero 15 euro, ridotto soci cinema del carbone e under 25 13 euro.

18 dicembre 2019
DIO E' DONNA E SI CHIAMA PETRUNYA
Film rivelazione dell’ultimo Festival di Berlino, è capace di unire impegno e ironia in una storia al femminile dalla forza dirompente. Un grido di libertà contro ogni pregiudizio, ispirato a un evento realmente accaduto, il film consacra la regista come una delle voci femminili più originali del cinema di oggi, oltre ad essere la vincitrice del prestigioso Premio LUX del Parlamento Europeo.
Disillusa dalla vita e senza un lavoro, la giovane Petrunya si ritrova nel mezzo di un’affollata cerimonia religiosa riservata agli uomini: una croce di legno viene lanciata nel fiume e chi la recupera avrà un anno di felicità e prosperità. Petrunya si getta in acqua, riuscendo a prendere la croce per prima, nello scandalo generale: mai a una donna era stato permesso di partecipare all’evento e tanto meno di vincere. Tutto il paese sembra unito nel chiederle di restituire la croce, ma Petrunya è decisa a non arrendersi e a tenerla con sé a ogni costo…

03 dicembre 2019
Il paradiso probabilmente
Il cinema di Elia Suleiman è unico come il suo autore, fra i più amati fuori dalla sua Palestina. Stralunato, originale, utilizza ogni inquadratura per creare un ritmo particolare fra chi (e cosa) è in scena e chi si trova fuori campo. Esilarante eppure malinconico, e molto politico, è anche il suo nuovo film, Il paradiso probabilmente, premiato a Cannes, dove come al solito è lui stesso il protagonista, una vera maschera alla Charlot, che questa volta abbandona la sua Palestina, in cerca di una nuova patria.
Il problema è che, dovunque vada, a Parigi o New York, la sua terra sembra tornare costantemente nella nuova vita quotidiana. Elia Suleiman ci conduce in un nuovo viaggio alla ricerca della riposta alla domanda: qual è il luogo che possiamo realmente definire casa?
Da giovedì 5 al carbone.

10 novembre 2019
Il cinema-verità di Ira
Una sorprendente prova di cinema-verità, un'incursione nella periferia italiana attraverso l'amore di due giovani. Martedì 12 novembre (ore 21.15) al cinema del carbone si tiene la proiezione-evento di IRA, il nuovo lungometraggio del regista underground Marco Russo Rouge.
IRA è un film indipendente realizzato con attori presi dalla strada, catapultati in un processo creativo poco ortodosso e sperimentale. Al centro del racconto, sullo sfondo di una metropoli fatiscente e desolata, è l’incontro di un ragazzo e una ragazza tra cui nasce una fortissima complicità. Il regista ha pedinato i suoi protagonisti per settimane, cercando di carpire situazioni reali, senza filtri, introducendosi nei quartieri in cui è ambientato il film con una troupe ridotta e con la volontà di filmare la verità dei due protagonisti e del paesaggio umano che li circonda.
Coprodotto dalle associazioni ArtInMovimento e Systemout e distribuito da Mescalito Film, è stato realizzato senza l’ausilio di una sceneggiatura. “Mai scritto e tantomeno pensato. È nato per caso e non l’avrei mai finito se avessi dovuto gestire dei veri attori. Ringrazio Samuele Maritan e Silvia Cuccu - i due protagonisti - per come si sono affidati, lasciandosi spiare dal di dentro e permettendomi di muovere non poche emozioni in loro”, afferma il regista Mauro Russo Rouge.

10 novembre 2019
Tornano le domeniche del carbone dei piccoli
Storie che lasciano a bocca aperta, avventure che tolgono il respiro, meraviglie che rapiscono lo sguardo: anche quest'anno il carbone dei piccoli si preannuncia come una miscela esplosiva di emozioni, efficace tanto sui piccoli che sui grandi. La rassegna dedicata alle famiglie che ormai da diversi anni anima i pomeriggi delle domeniche invernali della sala di via Oberdan prende ufficialmente il via 17 novembre, per concludersi - dopo essersi concessa una pausa nelle feste natalizie - il 9 febbraio 2020.
Al carbone dei piccoli ci si commuove, si ride, si resta con il fiato sospeso: dieci (più uno) sono gli appuntamenti in programma quest'anno, cercando come sempre di mescolare prime visioni, successi dell'ultima stagione, grandi classici, scelte più particolari, capaci di stimolare la curiosità dei bambini e liberare la loro fantasia.
Si parte subito con uno dei film più apprezzati della stagione in corso: IL RE LEONE di Jon Favreau (domenica 17 novembre) riprende le vicende di Simba - già portate con successo sugli schermi 25 anni fa - attraverso una tecnica di animazione computerizzata dall'impressionante realismo. Ultimo capolavoro della grande scuola di animazione giapponese è MIRAI di Mamoru Hosoda (domenica 24 novembre), viaggio di un bambino all'interno dei suoi affetti passati e futuri, ai piedi di un maestoso (e magico) albero genealogico. Già presentato all'Oberdan alla presenza del regista in occasione delle Giornate del Cinema d'Essai, torna domenica 1° dicembre DILILI A PARIGI di Michel Ocelot: le raffinatissime figurine del maestro francese ci portano nella Parigi della Belle Époque a seguire la piccola Dilili, impegnata a investigare su una serie di misteriosi rapimenti. All'amicizia tra una bambina e un cucciolo di leone è dedicato MIA E IL LEONE BIANCO, toccante e mozzafiato (domenica 8 dicembre); mentre domenica 15 dicembre è la volta di POMI D'OTTONE E MANICI DI SCOPA, film disneyano amato da generazioni e generazioni di bambini. Dagli autori del Gruffalò domenica 22 dicembre arrivano ZOG & IL TOPO BRIGANTE, due cortometraggi che vedono protagonisti un draghetto generoso e un topolino ghiottone.
Dopo la pausa natalizia, il carbone dei piccoli riprende domenica 12 gennaio con LUPIN III - IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO, vero e proprio film di culto che - nonostante i suoi quarant'anni - nulla ha perso della tensione adrenalinica, dell'ironia, del fascino che ne fanno uno dei lavori più apprezzati nella vasta filmografia di Hayao Miyazaki. A seguire le incredibili peripezie di REX – UN CUCCIOLO A PALAZZO (domenica 19 gennaio), i paesaggi di neve e di sogno di TAKARA – LA NOTTE CHE HO NUOTATO (domenica 2 febbraio) e, per concludere SHAUN VITA DA PECORA – FARMAGEDDON (domenica 9 febbraio), una nuova e mirabolante avventura della pecora più amata del mondo dei cartoni animati.
Ai dieci film si unisce come ormai da consuetudine - sabato 25 gennaio - UPSIDE DOWN STORIES, una visione di celebri favole della tradizione "capovolte", animate dagli interventi - rigorosamente in lingua inglese dalle inseganti di Pingu's English Mantova.

10 novembre 2019
verso il mondo nuovo: al cinema la storia del primo dopoguerra
Con la firma del Trattato di Versailles del 1919 si chiude ufficialmente una delle pagine più tragiche della storia dell'umanità, per alcuni storici un'epoca intera. Gli anni immediatamente successivi alla fine della grande guerra si rivelano cruciali: alle speranze di una palingenesi politca e sociale si mescolano sofferenze acuite da sanzioni economiche insostenibili, risentimenti che sfociano in nuovi conflitti.
Un'indagine cinematografica sulla complessa e frantumata realtà post-bellica è quella in programma da lunedì 11 novembre al cinema del carbone nell'ambito di Verso il mondo nuovo, il ciclo di film e conferenze organizzato insieme all'Istituto mantovano di Storia Contemporanea su temi e questioni sorte nel contesto europeo degli anni venti e destinate a incidere sull'intero Novecento.
La rassegna parte con L'ARMATA A CAVALLO di Miklós Jancsó (lunedì 11 novembre), che ci porta nel pieno della lotta in Russia tra bolscevichi e controrivoluzionari. I prigionieri di guerra ungheresi scelgono di unirsi alla causa comunista (segnando idealmente la strada verso la breve e sofferta esperienza della Repubblica del Consigli), non senza rimanere contagiati dalla brutalità della guerra. Presenta il film Lorenzo Rossi dell'Università dell'Insubria e redattore di Cineforum.
Si prosegue lunedì 18 novembre con LA VITA E NIENT'ALTRO, capolavoro di Bernard Tavernier che vede Philippe Noiret nei panni del maggiore Dellaplane, incaricato del gravoso compito di identificare i caduti senza nome e di scegliere il Milite ignoto da sacrificare alla retorica nazionalista. Lunedì 25 novembre è la volta di un altro maestro del cinema, Carl Theodor Dreyer: GLI STIGMATIZZATI - film tedesco del 1922 - è una tesa denuncia dell'antisemitsmo dilagante nella Russia rivoluzionaria e in tutto l'est europeo. Introduce il film Andrea Ranzato, dell'Associazione di cultura ebraica Man Tovà.
A chiudere il ciclo di appuntamenti è RÉVOLUTION ÉCOLE, il documentario di Johanna Grudzinska che ricostruisce la straordinaria stagione apertasi nel campo della pedagogia europea all'indomani della prima guerra mondiale: Maria Montessori, Celestin Freinet, Alexander Neill e molti altri educatori si scagliano contro la scuola come istituzione repressiva che educa alla sottomissione, proponendo teorie e pratiche volte all'emancipazione dell'uomo e alla costruzione di una cultura di pace. Introduce Francesco Codello, pedagogista e storico dell'educazione.

05 novembre 2019
il miglior film dell'anno
Giovedì 7 novembre è il giorno che i cinefili mantovani attendono da tempo: esce infatti al Carbone 'Parasite', premiato con la Palma d'Oro al Festival di Cannes 2019, recensito con toni entusiasti dalla critica come dal pubblico festivaliero e salutato come il migliore film dell'anno e il capolavoro del regista e sceneggiatore sudcoreano Bong Joon-ho.
Senza fare spoiler, possiamo dire che la trama racconta del primogenito di una famiglia povera che, falsificando alcuni documenti, riesce a farsi assumere come insegnante privato della figlia di una coppia ricchissima. L'incontro fra queste due realtà condurrà a una serie di conseguenze inaspettate, a cavallo fra commedia e tragedia.
'Parasite' è stato il primo film sudcoreano a vincere la Palma d'Oro. Un traguardo reso ancora più prestigioso dal fatto che la giuria gli ha assegnato il premio all'unanimità: non accadeva dal 2013, quando vinse 'La vita di Adele'.
Per il regista e sceneggiatore Bong Joon-ho si tratta di una prestigiosa conferma: a 50 anni compiuti e con l'esordio lungo che risale al 2000, è considerato da tempo uno dei maggiori cineasti viventi, capace di flirtare con il cinema di genere senza perdere un tocco d'autore.

31 ottobre 2019
Psicomagia - Un'arte che guarisce
Arriva al Carbone Psicomagia – Un’arte per guarire, ultima pellicola del regista, scrittore e studioso di tarocchi cileno Alejandro Jodorowsky, che mostra nel suo documentario alcuni casi concreti in cui è riuscito ad aiutare persone sofferenti grazie alle sue pratiche curative. E la domanda che sorge spontanea in molti, nel vedere le locandine, è: cos’è la psicomagia?
Spiegare la psicomagia si può. Comprenderla anche, con la giusta dose di buona volontà. Spiegare cos’è (non tanto chi è, perché sarebbe limitante) Alejandro Jodorowski, è invece una difficile impresa. Il cineasta naturalizzato francese ha assunto, nei decenni, lo status di vera e propria icona, instillando gocce di lisergia nel cinema contemporaneo grazie ai suoi film psichedelici, surreali, al di là di ogni definizione.
Basti dire che Alejandro Jodorowsky, le cui esplorazioni del subconscio e dei limiti fra i diversi piani di realtà in cult come El Topo, La montagna sacra e Santa Sangre hanno lasciato un segno profondo nell’immaginario della seconda metà del XX secolo, è quasi più conosciuto per i suoi progetti mai realizzati – o meglio, il suo Progetto mai realizzato, ovvero l’adattamento di Dune di Frank Herbert, vero e proprio monumento inesistente all’incompiutezza che avrebbe dovuto coinvolgere artisti del calibro di Moebius, H.R. Giger, i Pink Floyd e addirittura Salvador Dalì in veste di attore - che per le opere portate a termine.
Questo, in un certo senso, è emblematico dello stesso pensiero di Jodorowsky e della sua psicomagia, in cui ciò che non è o non è stato può avere più potenza di cio che è o è stato. Ma a questo ci arriveremo a breve. Questa introduzione sul Maestro serve solo per rendere idea della complessità del soggetto trattato, perché parliamo di un personaggio poliedrico che nell’arco della sua prolifica carriera si è dedicato non solo al cinema, ma anche alla saggistica, ai fumetti, allo studio dei tarocchi e, per l’appunto, alla guarigione tramite l’arte.
Nello spiegare che cos’è la psicomagia di Alejandro Jodorowsky, partiamo dalle basi: si tratta, come suggerito poco fa, di una forma di terapia. Ma non una terapia, come la psicoterapia, fondata sulla scienza, bensì sull’arte. E non incentrata sulla parola, bensì sull’azione. O, meglio ancora, sulla performance teatrale.
La psicomagia di Jodorowsky ha, in effetti, una spiccata vocazione teatrale. Non nel senso di portare in scena la finzione, bensì nel senso di ricercare la spettacolarità. I gesti richiesti dal guaritore al suo paziente, sono, infatti, plateali, parossistici. E simbolici.
Ma la simbologia insita nelle pratiche poste in essere dal sofferente non deve essere per forza ovvia ed esplicita, perché il linguaggio parlato dalla psicomagia è quello dell’inconscio. “Non possiamo insegnare all’inconscio a parlare il linguaggio della realtà”, spiega Alejandro Jodorowsky, “ma è la ragione a cui possiamo insegnare a parlare il linguaggio del sogno”.
Il processo curativo tramite frasi, gesti e riti posto in essere dalla psicomagia può allora apparire, dall’esterno, come assurdo. Perché in effetti lo è. Non c’è pretesa di ricorrere a strumenti o procedure “reali”. Semplicemente perché non serve. Non c’è un nesso logico fra il rompere una zucca e il superare un trauma. Ma non ha importanza. Perché ciò che non è reale può avere effetti “molto reali” sulla realtà.
Questa è una verità fondamentale che tanti scelgono di ignorare, bollando ciò che non è razionale o reale come insensato. Ma gli effetti di sentimenti di per sé privi di concretezza nel mondo delle cose, e alle volte creati in maniera artificiale, come paura e paranoia, hanno risultati concretissimi sulle persone e sulle società, come sanno i manipolatori di opinioni.
Allo stesso modo, per la psicomagia quello che conta è la potenza di cui il sofferente carica il gesto che gli è stato chiesto di compiere. È tramite questi “gesti effimeri”, come li definisce lo stesso regista cileno, queste consapevoli finzioni, che Jodorowsky è riuscito a far star meglio molte persone che si erano presentate a lui perché infelici a causa di un trauma, di un blocco psicologico o di una limitazione personale. I suoi pazienti trovano, grazie a queste pratiche, la forza di superare i propri problemi o, al contrario, di accettarli con serenità (il che non è certo un risultato da poco).
Naturale che da una prospettiva puramente razionalista considerare cos’è la psicomagia di Jodorowsky possa far storcere il naso e pensare a certi santoni e guaritori che meriterebbero più che altro l’etichetta di ciarlatani. Chi invece è convinto che il confine fra reale e irreale, verità e bugia, scienza e arte non sia così netto come molti credono, può vedere nella pratica curativa del regista cileno un sincero tentativo di aiutare le persone. In fondo, è tutta una questione di fede.

28 ottobre 2019
Rinviata la proiezione di A taxi driver!
La proiezione di A TAXI DRIVER, secondo film della rassegna K-Cinema dedicata alla nuova cinematografia coreana, prevista per questa sera lunedì 28 ottobre è rinviata a MERCOLEDI' 13 NOVEMBRE, sempre alle ore 21:15. Ci scusiamo per eventuali disagi.

19 ottobre 2019
Benvenuti nell'Antropocene
Più o meno cinquant'anni fa ha avuto inizio una nuova era nella miliardaria vita della Terra: l'Antropocene. Secondo i geologi e gli scienziati dell'Anthropocene Working Group dalla metà del Novecento la presenza umana ha influito sull'ecosistema in modo decisivo, causando alcuni mutamenti irreversibili. Sono questi cambiamenti che toccano la superficie e le profondità del pianeta ad essere documentati in ANTROPOCENE - L'EPOCA UMANA, il film che nasce dalla collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, in programma al cinema del carbone martedì 22 e mercoledì 23 ottobre ale 21.15.
Antropocene è un viaggio di straordinaria potenza visiva nelle ferite dell'ambiente che passa per la riserva di Ol Pejeta in Kenya, dove specie protette in via di estinzione subiscono quotidianamente le aggressioni dei bracconieri, per le pianure siberiane inquinate dall'estrazione del Nichel, per le barriere in cemento innalzate dalla Cina per contrastare l'innalzamento del mari, per le cave di marmo di Carrara, per le immense vasche di evaporazione del litio nel deserto di Atacama e per altri, sterminati territori totalmente depredati dall'industria estrattiva e spogliati di qualsiasi risorsa.
Il film ha vinto il Premio del Pubblico all’edizione 2019 del Festival CinemAmbiente ed è sostenuto dalle più importanti associazioni (nazionali e locali) per la difesa dell’ambiente, tra cui Fridays For Future Italia, Extinction Rebellion Italia, GreenPeace, Associazione italiana giovani Unesco e da MyMovies. Media Partners del progetto: Altroconsumo e Lifegate.
Le proiezioni mantovane sono organizzate in collaborazione con Manto-Gas, Parcobaleno e Fridays For Future - Mantova. Martedì 22 introdurrà la proiezione Jacopo Fasani, socio Manto-GAS. Biglietti: 7 euro intero; 5 euro ridotto soci cinema del carbone e associazioni co-organizzatrici, under 25.