06 maggio 2018

La musica secondo Leonard Bernstein

Un musicista in sala, un grande direttore e la sua orchestra sullo schermo, tutti insieme impegnati a spiegare qual'è il senso della musica, che cosa si intende per musica classica e come ride la musica. Martedì 8 maggio parte A lezione di musica con Leonard Bernstein, il ciclo di tre lezioni-concerto che il cinema del carbone e l'Orchestra da Camera di Mantova hanno pensato per celebrare nel centenario della nascita  il genio, la figura, ma soprattutto la straordinaria tensione del grande maestro statunitense a far conoscere la musica cosiddetta colta al grande pubblica. Saranno tre apprezzati concertisti e divulgatori di oggi - Giovanni Bietti, Andrea Dindo e Luca Ciammarughi - a riprendere alcuni degli Young People’s Concerts, gli storici concerti tenuti da Bernstein alla Carnegie Hall a partire dal 1958 e trasmessi per televisione dal network americano Cbs, per cercare di indagare la segreta natura della musica nelle sue molteplici forme e commentare in sala le lezioni del compositore americano anche attraverso interventi musicali dal vivo. Ingresso: intero 7 euro, ridotto soci cinema del carbone e amici dell'Orchestra da Camera di Mantova 5 euro.

06 maggio 2018

L'amore e la fine

Ospiti d'eccezione al cinema del carbone per il secondo appuntamento di Staccando l'ombra da terra. Mercoledì 8 maggio (ore 21.15) sarà in programma La natura delle cose, il documentario di Laura Viezzoli presentato al festival di Locarno che ripercorre la vicenda umana di Angelo Santagostino, ex sacerdote a cui nel 2008 viene diagnostica la SLA e che negli utlimi anni di vita riesce a dialogare con chi gli sta intorno solo grazie all'ausilio di un puntatore oculare e di un pc. Alle riprese della quotidianità di Angelo nell'ospedale fanno da contrappunto le lettere che si scambia con la regista (lette nel film dall'attore Roberto Citran), nelle quali l'uomo parla dell’amore, dell dolore e dell'innato bisogno di libertà. Alla proiezione parteciperanno la regista Laura Viezzoli, Sergio Borrelli, medico palliativista, e Sara Santagostino, figlia del protagonista del film. Staccando l'ombra da terra è organizzata in collaborazione con In collaborazione con Struttura Complessa di Cure Palliative - ASST di Mantova, Villa Carpaneda - Rodigo, Associazione Maria Bianchi, IOM - Istituto Oncologico Mantovano. Ingresso singola proiezione: intero 7 euro, ridotto soci cinema del carbone 5 euro; abbonamento al ciclo di film 12 euro.

04 maggio 2018

'Eva', squillo e moglie devota

Siede composta. È ancora più magra dell'ultima volta. Sempre elegante. Contessa o puttana, pianista perversa o madre squinternata, prof smarrita o borghese vendicativa, Isabelle Huppert attraversa i suoi personaggi con eleganza. È elegante perfino nell'abituccio nero e nella vestaglia di flanella bianca nei quali – in Eva, da giovedì 3 maggio sugli schermi italiani - l'ha confinata Benoit Jacquot. Eva è una prostituta d'alto bordo con clientela scelta e piuttosto anziana. Una che puoi svegliare nel cuore della notte ed è sempre pronta con frustino e champagne. 

"Non sappiamo perché Eva si prostituisca" dice Isabelle Huppert davanti a un caffè macchiato del quale non rinuncerà al biscottino. "Forse perché al marito piace così". Ma il marito è in galera. "Lei si batte per farlo uscire. È l'unico uomo che ami". Tratto dal romanzo di James Hadley Chase, Eva ha avuto una versione cinematografica diretta nel 1962 da Joseph Losey, Jeanne Moreau nel ruolo del titolo. "Il libro è molto bello, ma il film di Jacquot è davvero un'altra cosa". 

Intervista tratta da http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/04/30/news/isabelle_huppert_eva-195016426/

02 maggio 2018

Il 5x1000 al cinema del carbone

Anche quest'anno puoi sostenere le iniziative del cinema del carbone scegliendoci come associazione cui devolvere il 5x1000 in dichiarazione dei redditi. Il nostro codice fiscale è 02013680208.

Ogni contributo è importante, fai girare la voce!

01 maggio 2018

Attraversando a piedi la California

MERCOLEDì 2 MAGGIO alle 21.15 proietteremo Mile mile And A Half, il documentario americano ci farà immergere nel John Muir Trail, lo storico cammino californiano lungo poco meno di 340 km che parte dalla Yosemite Valley per raggiungere la vetta del monte Whitney, passano per il Kings Canyon e per il Sequoia National Park.

Ma chi è stato John Miur? Un ingegnere, naturalista e scrittore scozzese naturalizzato statunitense ed uno dei primi conservazionisti moderni.

Le sue lettere e i suoi libri ci raccontano delle avventure nella natura, soprattutto illustrano la natura selvaggia delle montagne della Sierra Nevada in California; questi libri furono letti da milioni di lettori e sono popolari a tutt'oggi. Il suo diretto attivismo aiutò a preservare la Valle dello Yosemite e altre aree selvagge. Il Sierra Club, da lui fondato, è ora considerato una delle più importanti organizzazioni per la conservazione della natura negli Stati Uniti. I suoi scritti e la sua filosofia influenzarono fortemente la formazione della moderna scienza ambientale.

MERCOLEDì 2 MAGGIO alle 21.15. l'inziativa è in collaborazione con ScarpoNauti

23 aprile 2018

Marinaretti al carbone

Dei lupi di mare nel mezzo della Pianura Padana? Incredibile, ma vero: sabato 28 aprile alle ore 16.15 il cinema del carbone si trasformerà in un vero e proprio cantiere navale per SIAMO TUTTI MARINAI, il nuovo appuntamento del carbone dei piccoli lab, dedicato a mozzi, nostromi e timonieri di età compresa tra i 7 e i 10 anni.

Sotto la guida dell'artista e scenografo Marco Muzzolon, i giovani aspiranti marinai saranno chiamati a costruire le loro imbarcazioni a partire da materiali di riciclo - cassette di frutta, piccoli rami raccolti in giardino, fogli di giornali -, per poi affrontare incredibili imprese solcando i flutti degli sterminati oceani della fantasia.

Il labooratorio avrà una durata di due ore e sarà seguito da una golosa merenda offerta da Coop Alleanza 3.0. Il costo di iscrizione al laboratorio è di 5 euro. Per partecipare è necessario prenotarsi compilando il form disponibile a questo link.

23 aprile 2018

Storie di un'Italia solidale

Solidale, fraterna, democratica. Questa è l'Italia che ci racconta PASTA NERA, il film di Alessandro Piva  in programma venerdì 27 aprile (ore 18.00) per LA NOSTRA TERRA LIBERA, la due giorni partigiana al cinema organizzata intorno al 25 apriel in collaborazione con l'ANPI Provinciale di Mantova e la Sezione ANPI di Mantova "Felice Tolazzi".

Il documentario racconta una storia dimenticata: quella delle migliaia dei bambini provenienti dalle zone più povere del Sud del paese accolte tra il 1947 e il 1952 dalle famiglie dell'Italia settentrionale grazie all'impegno dell'Unione Donne Italiane. Una storia che racconta più di mille altri i valori su cui milioni di cittadini intendevano rifondare un'Italia lacerata dalla guerra.

La proiezione è a ingresso libero.

10 aprile 2018

IL CARBONE DEI PICCOLI LAB: IMMAGINARIO ANIMALE - ANIMALE IMMAGINARIO

Sabato 14 aprile, con doppio turno alle 15:30 e alle 16:30, ripartono gli incontri de il carbone dei piccoli lab, dedicati ai giovani cinefili curiosi di scoprire, imparare, divertirsi; un'edizione piena di attività dedicate alla natura, dall'osservazione degli animali del bosco, all’ascolto di voci e suoni dei giardini, fino alle avventure acquatiche. Per cominciare, i designer Dossofiorito accompagneranno i bambini dai 5 agli 8 anni alla scoperta dell'Immaginario animale - Animale immaginario: un modo divertente per scoprire affinità e divergenze con i simpatici abitanti dei boschi. E alla fine... una gustosa merenda offerta da Coop Alleanza 3.0.

Per partecipare ai laboratori è necessario prenotarsi attraverso l'apposito form disponibile a questo link. Costo d'iscrizione: 5 euro.

05 aprile 2018

Charley Thompson

Dopo lo straordinario successo di Weekend e il trionfo mondiale di 45 anni, che ha portato Charlotte Rampling a un passo dall’Oscar, Andrew Haigh torna dietro la cinepresa con Charley Thompson , un intenso e appassionante road movie accolto con entusiasmo all’ultima Mostra di Venezia, dove il protagonista Charlie Plummer ha conquistato il Premio Mastroianni come attore rivelazione. Tratto dal romanzo La ballata di Charley Thompson di Willy Vlautin (edito in Italia da Mondadori), il film narra le vicende del giovane Charley, abbandonato dalla madre e cresciuto da un padre disattento e sempre nei guai. Sarà l’amicizia con un vecchio cavallo da corsa, Lean on Pete, a ridargli la speranza in un futuro migliore. Oltre a Charlie Plummer, il cast comprende due icone del cinema indipendente come Steve Buscemi e Chloë Sevigny.

30 marzo 2018

Il giovane Karl Marx

Gli eroi son tutti giovani e belli

Chissà se il giovane Karl Marx, quello “vero”, fu in qualche misura illuminato nella sua formazione teorica e politica dall’esperienza rivoluzionaria di Toussaint Louverture, l’eroe creolo che sconfisse le truppe napoleoniche e liberò Haiti dal giogo schiavista europeo. Louverture morì in prigione prima della vittoria della rivoluzione, e il suo compito venne portato a termine da Jean-Jacques Dessalines, che con il nome di Giacomo I tradì l’ideale della rivoluzione. Una storia destinata a ripetersi fin troppe volte nel corso della storia… Nel 2018 si festeggiano i due secoli dalla nascita del filosofo di Treviri e i 170 anni dalla pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista, firmato a quattro mani con Friedrich Engels; l’impressione è che agli occhi di molti la figura di Marx arrivi a queste celebrazioni stanca, perfino superata. Nell’epoca del liberismo sfrenato, quando le socialdemocrazie borghesi abbandonano al loro destino le classi proletarie e subalterne, con l’evolversi di una globalizzazione feroce che mette i deboli gli uni contro gli altri, Marx non può che essere posto su uno scranno – magari anche ideale: dopotutto il muro di Berlino è crollato e non c’è più bisogno di sventolarne l’effigie come uno spauracchio – e abbandonato alla polvere del tempo. Anche per questo motivo un titolo come Il giovane Karl Marx (Le jeune Karl Marx nell’originale francese che fu presentato alla Berlinale nel febbraio del 2017) giunge a proposito, svolgendo come si vedrà fra poco una peculiare funzione didattica, tra le altre cose. E non è affatto secondario notare come il film sia diretto da un regista haitiano. Raoul Peck, dopo aver diretto un memorabile Lumumba, leader del Movimento Nazionale Congolese di Liberazione che cercò attraverso le teorie marxiane di donare nuova vita democratica al Congo, affronta dunque direttamente la figura stessa di Marx. Ma in quel titolo, Il giovane Karl Marx, c’è il senso ultimo dell’operazione, e la sua idea vincente.

Già solo portare sullo schermo uno dei pensatori fondamentali della storia della filosofia rappresenta una rarità: tra il cinema e la televisione in pochi si sono cimentati con un’impresa simile – tra questi val la pena ricordare Nachrichten aus der ideologischen Antike – Marx/Eisenstein/Das Kapital di Alexander Kluge, uno dei più celebri sketch dei Monty Python, e il sovietico God kak zhizn’ di Grigorij Roshal – e in ogni caso hanno scelto la figura più riconoscibile di Marx, l’uomo anziano dalla folta barba e lo sguardo sornione. Peck ribalta completamente questo schema: i suoi Marx ed Engels non sono dotti cattedratici che sostengono una teoria di politica economica per certi versi astratta, bensì hanno le fattezze di due giovani scapestrati, inclini alla bevuta e alla risata coinvolgente, che vivono in pieno il proprio tempo e combattono le lotte per l’eguaglianza. Non sono neanche trentenni, e a loro volta devono fronteggiare un convitato di pietra socialista che è già stratificato. Così ne Il giovane Karl Marx lo spettatore non avvertito ha modo di ricevere una breve ma puntuale lezione di storia del socialismo e del comunismo: il giovane hegeliano e il figlio “pentito” di un industriale incontrano sul loro cammino il socialista borghese Pierre-Joseph Proudhon, il socialista utopico Wilhelm Weitling, l’editore dei Deutsch-Französische Jahrbücher Arnold Ruge, e il fondatore dell’anarchismo moderno Mikhail Bakunin. Per non parlare ovviamente dei leader del Bund der Gerechten, noto in Italia come Lega dei Giusti, progenitore – tra gli altri – del pensiero comunista moderno e compiuto.

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Senza mai perdersi dietro didascalismi evidenti e senza far ricorso a una retorica che non sia strettamente necessaria allo sviluppo della narrazione – usando la semplificazione per arrivare alla massa, un disegno teorico non poi così dissimile da quello alla base del Manifesto del Partito Comunista -, Raoul Peck attraversa un lustro, quello che va dal 1843 ai moti rivoluzionari del 1848, determinante per l’evoluzione del pensiero di lotta operaia e di rivendicazione dei diritti del proletariato. Lo fa attingendo alla prassi del biopic, ma senza accettarne alcuni dei dogmi più fastidiosi, come il ricorso all’aneddotica per semplificare l’afflato teorico o la scelta di affidare ai suoi protagonisti frasi lapidarie e destinate a imprimersi nella mente. Al contrario, la fluidità del racconto si lega a un discorso mai banale sul concetto di lotta di classe; il passaggio dall’ecumenico “Tutti gli uomini sono fratelli” (motto della Lega dei Giusti) al celeberrimo “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”, acme di un intervento pubblico di Engels, è sviluppato da Peck attraverso un crescendo mai enfatico, ma che sottolinea il rivoluzionario smottamento di un sistema di pensiero che inizia finalmente a ragionare sulle classi e non su un generico riferimento agli esseri umani, e si apre all’internazionalismo. Quell’internazionalismo che è parte integrante del film, che vede uniti nello sforzo haitiani, francesi, tedeschi, belgi, inglesi: una dimostrazione di co-produzione che diventa cooperazione, e che permette alle tre lingue più “in lotta” per il predominio d’Europa – tedesco, francese e inglese – di sviluppare una dialettica unica, tra il forbito tedesco di Jenny, la moglie aristocratica e libertaria di Marx, e lo slang britannico/irlandese di Mary Burns, l’irriverente e “spiritosa” (stando alle parole proprio di Marx) compagna di vita di Engels.
Il fotografo e giornalista Peck organizza un biopic avvincente, che prende l’abbrivio dal massacro impunito degli ultimi tra gli ultimi per la sola colpa di aver raccolto – e quindi “rubato”, nell’accezione giuridica sempre dalla parte del padronato – rami secchi caduti dagli alberi e arriva fino agli albori di una rivoluzione destinata a fallire ma germe per future infinite rivoluzioni, perché come sentenzia il film sulle scritte finale, in riferimento a Il Capitale, si tratta di “un’opera aperta, incommensurabile, incompleta perché l’oggetto stesso della sua critica è in continuo movimento. Lì, su quel finale che lascia eternamente giovani Karl Marx e Friedrich Engels, Peck si permette una fuga in avanti nel tempo, donando alle trame sonore di Bob Dylan e di Like a Rolling Stone il resoconto di un secolo e mezzo di lotte contro l’oppressione del capitalismo, e di disfacimenti della società. Per ricordare che nulla muore, e finché lo stato delle cose sarà quello esistente non si potrà fare a meno della filosofia marxiana. Lo spettro si aggira ancora per l’Europa, e per il mondo. Anche se si fa di tutto per non vederlo.

Raffaele Meale, Quinlan.it