Narrare la malattia

“Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere la legna e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito” (Antoine Saint – Exupèry)

La narrazione è elemento centrale nella vita dell'uomo che costruisce e ricostruisce i propri mondi narrandoli. Se è vero che ognuno di noi coltiva il desiderio che la propria vita abbia un senso ciò è tanto più vero quando la malattia grave o il fine vita irrompono nella vita di una persona. Narrare la propria vita significa per il malato ripercorrere le trame del proprio cammino esistenziale tentando di assegnargli un senso di compimento. Il passaggio attraverso la malattia diventa significativo quando la persona riesce a dare forma alla sofferenza vissuta, a coglierne il senso fondamentale per la propria individualità. Solo così la narrazione restituisce a chi narra la soggettività: il malato diviene narratore di sé.

Narrare la malattia è il sottotitolo che accompagna Staccando l’ombra da terra, la rassegna che il cinema del carbone e la S.C. di Cure Palliative dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova promuovono sui temi della perdita e del fine vita. I tre film di quest’anno sono il trascinante LA GUERRA È DICHIARATA di Valérie Donzelli, diario di bordo scritto a quattro mani da due genitori che seguono la malattia del loro bambino, QUEL FANTASTICO PEGGIOR ANNO DELLA MIA VITA di Alfonso Gomez-Rejon, un’amicizia adolescenziale che cerca di trovare il modo di raccontarsi posta di fronte all’esperienza del lutto, e LUCE MIA – proposto in anteprima per la città – documentario attraverso il quale il regista Lucio Viglierchio, dopo aver affrontato e superato la leucemia, torna nei luoghi e tra le persone con cui ha condiviso questa battaglia per ritrovare una parte di sé.

Abbonamento tre film: 12 euro; biglietto singolo intero 7 euro, ridotto (soci e studenti) 5 euro